Fare l’orto, anche se piccolino, è un’attività meravigliosa. Poter godere dei frutti coltivati con le proprie mani, vedere germogliare, crescere e poi maturare una pianta è un piccolo miracolo che possiamo fare anche con pochi sforzi. La fatica nel curare un orto è data dalle dimensioni. Oggi per esempio anche chi ha solo un piccolo giardino può avere dei vasi in cui coltivare poche cose come: insalata, un paio di piantine di pomodoro ed erbe aromatiche. Le persone che hanno la fortuna di avere un orto invece devono dedicare tempo a questa bellissima esperienza che a volte è molto faticosa. Il primo passaggio fondamentale da imparare per fare un orto è sicuramente la preparazione del terreno. Il periodo più produttivo è la primavera, quando ci sono più colture da piantare, ma la preparazione del terreno deve essere fatta all’inizio del periodo invernale. La terra va mossa, concimata e fatta riposare per essere pronta in primavera. Se vi cimentate in questa attività per la prima volta, ricordate che la parola chiave di tutto è pazienza. Perché non solo ci vuole tempo per raccogliere i frutti, ma anche per preparare in modo adeguato la terra. Fare con calma vi eviterà di incorrere in quei dolori tipici di chi non è abituato ai movimenti che l’arte del fare l’orto necessita. Mettete in preventivo fin da subito vesciche alle mani e mal di schiena: le prime si possono evitare con dei buoni guanti da lavoro, il secondo con la calma, attrezzi adatti e facendo il movimento corretto quando dovete girare la terra. In questo caso dovete spingere la vanga dentro la terra con il piede, sollevare la zolla e rigirarla facendo leva con la gamba. Questo vi permetterà di non sforzare troppo la schiena. Se la terra è troppo bagnata, rimandate la preparazione del terreno perché sarebbe solo più faticoso. Oltre ai guanti da lavoro vi serviranno anche: forca; vanga; piccone; rastrello; pala e concime. Prima di iniziare a coltivare l’orto è importante provare a capire che tipo di terreno stiamo per approcciare. Le tipologie di terra sono diverse: dall’argilloso al sabbioso, e richiedono differenti approcci da parte del coltivatore.
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L’orto biologico: un mondo a parte
Molti pensano che avere un orto in casa sia sinonimo di biologico perché possiamo evitare l’uso di sostanze chimiche. Da una parte è vero, ma ci sono anche delle operazioni che sono tipiche di un orto bio. Il concetto di biologico sottende al fatto che la natura si autoregola autonomamente: in un bosco le foglie cadono a terra e vengono mangiate dagli insetti, decomposte da batteri aerobi e trasformate in humus. Così nell’orticultura bio dobbiamo saper apportare sostanza organica e lavorare il terreno senza romperne gli equilibri. Per capire come fare al meglio un orto biologico bisogna quindi partire dal prendersi cura del suolo, analizzando il terreno in modo da sapere come lavorarlo per renderlo coltivabile al meglio. Nell’agricoltura biologica si lavora il terreno senza interrare lo strato superficiale. Si evita l’aratro e si lavora quindi di forcone fino ai 30 cm. Tutto parte da una corretta concimazione che migliora il terreno dell’orto, rafforza le piante e aumenta sia la quantità che la qualità del raccolto. Se è questa la tua idea di orto, ti consigliamo di farti aiutare in quanto sono moltissime le cose da studiare e le accortezze da prendere affinché il tuo orto sia veramente bio.
Terreno, colture e posizione: la base per l’orto
Se siamo decidi quindi a fare l’orto, la prima cosa è sapere su che terreno lavoreremo. Questo è fondamentale perché ogni terreno è più adatto ad alcune colture e meno ad altre. Dobbiamo capire per prima cosa se avremo a che fare con un terreno sciolto o compatto, è utile in secondo luogo anche misurare l’acidità, per capire meglio quali ortaggi potremo coltivare con maggior successo. Il valore del pH è un elemento molto importante da conoscere prima di fare l’orto: infatti ha notevoli implicazioni sulle coltivazioni, perché ha influenza sulla capacità delle piante di assorbire elementi nutritivi. Il valore di pH è strettamente legato alla presenza di calcio, che è il più importante tra i microelementi che servono agli ortaggi per crescere forti e sani nel nostro orto. Ogni pianta ha un differente bisogno di elementi nutritivi, per cui può trovarsi meglio su suolo acido o neutro, più raramente su terreni basici. Oltre a valutare la terra dobbiamo prestare attenzione anche al clima e alla posizione dell’orto. Occorre capire come disporre la coltivazione in base all’esposizione al sole e predisporre eventuali accorgimenti per limitare i danni. Per chi vuole praticare la coltivazione biologica è doppiamente importante una buona gestione della terra: aiuterà a prevenire problemi di malattie e muffe. Un orto familiare coltivato come hobby non richiede naturalmente di far analizzare la terra in laboratorio, ma ci sono comunque alcune cose che possono essere indagate in proprio. Chi invece vuole investire in coltivazioni da reddito può avere compenso a prendere dei campioni di terra e farli analizzare da professionisti. Una prima valutazione rapida è prendere una manciata di terra nel pugno: se si compatta e poi si disgrega con difficoltà abbiamo a che fare con un terreno argilloso, viceversa se non si riesce a formare un blocco il terreno sarà sciolto e sabbioso. Se invece troviamo molti sassolini piccoli o grandi, il terreno è sassoso, mentre un terreno torboso è scuro soprattutto in superficie, soffice al tatto.
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Preparare il terreno nel modo giusto in tre operazioni
La prima operazione da fare è rigirare il terreno con l’aiuto di una vanga o pala. Molti pensano che questi due attrezzi siano la stessa cosa, ma non è così: la vanga è un attrezzo costituito da un manico al quale è fissata una lama e la spinta nel terreno viene effettuata con la forza dei piedi. La pala è simile ma questa viene mossa con la forza delle braccia. La vanga può anche essere dotata di una staffa attaccata a circa 30 cm dal bordo superiore della lama e sul quale si poggia il piede che dà la spinta. La pala (o badile) viene generalmente utilizzata quando si devono spostare notevoli quantità di materiale (foglie, sabbia, terra ecc.). Quindi iniziate girando il terreno scendendo di 20/30 centimetri rivoltando tutta la terra dedicata all’orto. Elimina le radici di piante infestanti e i sassi o ciottoli in modo da facilitare la lavorazione del suolo in un secondo momento. Poi passate alla concimazione con letame di animale (equino o bovino) o compost che rende il terreno molto friabile senza contare che se autoprodotto significa risparmio economico oltre che ecologico. Per ultimo si passa alla fresatura, ovvero lo sminuzzamento delle grosse zolle che si sono create con la vangatura. Con il piccone e il rastrello sgretolate la terra mescolandola bene con il concime che avete aggiunto, che andrà a fertilizzare lo strato di terra dove ci saranno le radici delle nostre colture.
Lo strumento chiave dell’orto: la vanga
In commercio, esistono numerose varianti, anche se sostanzialmente si tratta di una lama (in metallo o plastica molto dura) dotata di un manico. Di seguito le nostre proposte:
Spear & Jackson Vanga Tradizionale in Acciaio Inossidabile
Questa Vanga tradizionale è progettata per lavori generici di vangatura e coltivazione in orto o giardino. Grazie alla lama in acciaio inossidabile lucidato a specchio questo attrezzo non si arrugginisce mai inoltre anche il terreno bagnato non si attacca. Molto leggera persa solo 1 chilogrammo e 84, è dotata di un manico monolitico, in legno duro, diviso all'estremità superiore per formare un comodo manico a forcella, e impermeabilizzato per migliorare la durata nel tempo. Grazie ai suoi 10 anni di garanzia è considerato un prodotto tra i migliori.
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Spear & Jackson - Vanga colorata
Grazie alla lama affilata questa vanga si infila con facilità nel terreno misura circa 18 cm di larghezza ed è lunga 29 cm. Non è molto lunga complessivamente (poco più di un metro) è ottima per terreni argillosi.
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Fiskars Vanga a Punta
Maneggevole, resistente questa vanga è molto ben bilanciata ed ha una lama tagliente. Lunga quasi 1 metro e 20 risulta molto leggera con i suoi1820 grammi. La lama è leggermente arrotondata trasformandola al bisogno in un badile per spostare materiale. La vanga è inoltre dotata all'estremità di un comodo manico.
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